Il quartiere di Malafede, compreso nella giurisdizione del XIII Municipio, si trova nella periferia sud-ovest della capitale, nella porzione di territorio che si estende verso il mare.
Si tratta di un nuovo insediamento abitativo, di realizzazione relativamente recente, che si sviluppa al di fuori del Raccordo Anulare, tra la via Ostiense a nord, la via di Mezzocammino ad ovest e la Cristoforo Colombo a sud. Ad est invece si affaccia sulla vallata di Malafede.
In giallo l’area del XIII Municipio in cui ricade il centro di Malafede
Oggi è estremamente difficile immaginare come doveva essere il paesaggio nel passato, viste le pesanti trasformazioni che sono avvenute negli ultimi anni, ma l’intera zona circostante il Fosso di Malafede, ultimo affluente di sinistra del Tevere, ha rivestito da sempre una notevole rilevanza storica, avendo costituito in età antica la delimitazione tra il territorio di Roma e il territorio Laurentino e costituendo tuttora un elemento di confine comunale tra la XII e la XIII Circoscrizione.
Il toponimo Malafede, probabilmente di origine medievale, deriva proprio da questa sua caratteristica di luogo di confine, in questo periodo abbandonato e quindi particolarmente pericoloso per chi si incamminava lungo la via Ostiense, attraverso selve malsane e paludose e altre innumerevoli insidie.
Le ricerche archeologiche hanno però dimostrato che la situazione non è sempre stata così, anzi in età antica la zona doveva essere punteggiata da villae rustiche di proprietà dell’aristocrazia romana, connesse ad attività agricole e produttive, nonché da infrastrutture viarie e idriche che garantivano all’area i servizi necessari.
I recenti ritrovamenti emersi dagli scavi archeologici, susseguitisi negli ultimi decenni, hanno portato alla luce resti di edifici di notevoli dimensioni, arricchiti da rilevanti elementi decorativi, che testimoniano quanto la zona fosse tenuta in considerazione dai personaggi di spicco della vita pubblica di Roma. Così per fare un esempio il ritrovamento di una fistola di piombo, con sopra scritto LFABICILONISCV, testimonia la presenza della villa di Lucio Fabio Cilone, senatore, console nonché amico dell'imperatore Settimio Severo (146-211).
Documenti attestano anche la presenza, in questa zona, del ponte della Refolta, così detto dalla riserva d'acqua per le magre del pozzo di Malafede, che era uno dei più splendidi ponti antichi della campagna romana.
Nel medioevo l’intera zona fu soggetta ad un lungo periodo di abbandono che la rese pericolosa, a causa delle frequenti incursioni piratesche, e malsana, per il propagarsi della malaria. Questa situazione perdurò almeno fino ai secc. XVI-XVII, fin quando non si cominciarono ad intravedere i primi segni di bonifica agricola, che diventarono decisamente più intensi alle soglie del ‘900.
Fino a tempi più recenti si è mantenuta abbastanza inalterata la stessa impronta agricola, con la presenza di casali di origine seicentesca che ospitavano agricoltori e pastori e che sono rimasti attivi fino a non molti anni fa; ma così come è accaduto in tutta la campagna romana, anche questa zona fu interessata da pesanti interventi urbanistici che negli ultimi decenni ne hanno completamente stravolto la fisionomia, sostituendo le aree agricole con nuovi insediamenti che vanno via via crescendo sempre di più.
Nel corso degli anni il quartiere si è espanso ed è diventato un vero e proprio paese, dotandosi via via dei servizi necessari agli abitanti, in massima parte giovani famiglie, che aumentano sempre più.
Servizi tra i quali ovviamente non poteva mancare una nuova chiesa a cui la comunità potesse fare costante riferimento.